martedì 16 agosto 2016

L'incredibile record di Oscar: cinque Olimpiadi in doppia cifra


Neanche a Rio de Janeiro il Brasile è riuscito a dare un senso alla sua partecipazione olimpica. I verdeoro non sono saliti sul podio e non sono neppure "usciti" dalla prima fase. Una delusione considerata la squadra infarcita di giocatori NBA (non c'erano Anderson Varejao e Tiago Splitter, ma c'erano Nenè, Barbosa, Neto, Cristiano Felicio) e il fattore campo. La presenza delle Olimpiadi a Rio nel basket è servita tuttavia per riportare alla ribalta la "Mano Santa". Oscar Schmidt. In un'intervista rilasciata a "The Vertical" il grande bomber di San Paolo ha espresso un'opinione fortissima: "Fossi andato nella NBA sarei stato uno dei primi 10 giocatori. Non bastava un uomo per marcarmi, ne sarebbero serviti due". Può sembrare una sparata. In fondo Oscar ha giocato soprattutto negli anni '80 quando nella NBA c'erano Magic, Larry Bird, Kareem, Julius Erving, il giovane Michael Jordan, Isiah Thomas e tanti altri basti pensare a George Gervin, James Worthy, Alex English, Dominique Wilkins, Kevin McHale, Moses Malone... Eppure... eppure Oscar potrebbe anche avere ragione.
Ho avuto la fortuna di conoscere Oscar quand'era al top della sua carriera italiana, a cavallo tra l'esperienza straordinaria di Caserta e le annate finali di Pavia. Come Mike D'Antoni, era impossibile conoscere Oscar e non rimanerne affascinato. Faceva toccare a tutti il suo avambraccio destro: era impressionante la durezza del muscolo. Ma ricordo di aver visto da semplice spettatore anche la sua prima partita in Italia. Stagione 1982/83, serie A2: l'allenatore della Juve era Bogdan Tanjevic, anche lui al debutto italiano per quanto avesse già allenato la Jugoslavia. Il playmaker era Moka Slavnic, declinante ma velenoso. E poi c'era Oscar. Rovinò la prima casalinga della Pallacanestro Livorno prendendo il canestro a pallonate. Un mostro. Tirava da distanze incredibili e segnava. A quei tempi, non so dire perché, un Oscar poteva finire a giocare in A2 a Caserta semplicemente perché era anomalo prendere un brasiliano. Lo era anche se Oscar aveva 24 anni e aveva giocate le Olimpiadi di Mosca a 22 quando all'Italia segnò 33 punti con nove rimbalzi. Il Brasile vinse quella partita ma arrivò quinto. L'Italia fu d'argento. Una volta il compianto Kevin Restani disse: "Ho giocato a basket una vita, anche nella NBA, e un tiratore come Oscar non l'ho mai visto".
Che Oscar sia il capocannoniere olimpico di tutti i tempi, con cinque partecipazioni ai Giochi, non è strano ma che sette delle prime dieci performance realizzative nella storia dei Giochi siano sue lo è. I suoi 55 punti ai Giochi di Seul contro la Spagna sono tuttora record. In tre edizioni dei Giochi, Oscar è stato il capocannoniere. A Seul segnò 42.3 punti per gara. Giova ricordare che a Mosca 1980 e Los Angeles 1984 non esisteva ancora il tiro da tre con il quale i suoi bottini avrebbero assunto dimensioni ancora più rilevanti.
Ma la statistica più incredibile è questa: in 38 gare olimpiche, Oscar Daniele Bezerra Schmidt non ha mai segnato meno di 14 punti. La sua striscia di gare in doppia cifra è immacolata. A Seul non ha mai segnato meno di 31 punti. La sua ultima gara olimpica, ad Atlanta nel 1996, a 38 anni di età, fu contro la Corea. Segnò 25 punti. Oscar in termini di continuità, raggio di tiro, è stato Steph Curry prima che esistesse Steph Curry. Il suo tiro, abbinato ai 205 centimetri di statura, sarebbe stato forse marcabile nella NBA? Lo avrebbero obbligato a tirare più rapidamente...
Oggi, Oscar non potrebbe giocare ala piccola come faceva anche in Italia a Caserta. Oggi sarebbe uno "Stretch Four" ai limiti dlel'immarcabile e con il tiro da tre sempre più popolare una carriera di 10-12 anni nella NBA sarebbe stata non probabile ma assolutamente certa.
E' legittimo considerare Oscar il miglior giocatore della storia che non sia mai andato nella NBA. Ce ne sono stati altri di fortissimi, in altre epoche, ad esempio Cresimir Cosic che però giocò a Brigham Young in America, Dino Meneghin, ovviamente Dejan Bodiroga, Drazen Dalipagic, Dragan Kicanovic, Mirza Delibasic, Sergei Belov, Dimitris Diamantidis. Ma la sensazione è che Oscar fosse talmente irreale con quel suo tiro scoccato da distanze imprecisate e con continuità sconvolgente da essere risultato troppo bello e bravo per essere vero.

1 commento:

midel ha detto...

GRAZIE.........